Con un voto di sfiducia il Congresso ha destituito il presidente Martín Vizcarra. Il sostituto, Manuel Merino, ha giurato ieri e resterà in carica fino a luglio del prossimo anno
Lunedì notte il presidente della Repubblica del Perù Martín Vizcarra è stato deposto dal parlamento con 104 voti favorevoli, un numero ben superiore agli 87 necessari all'impeachment.
A guidare il Paese fino a luglio del prossimo anno, data in cui sarebbe dovuta finire la legislatura di Vizcarra, sarà Manuel Merino, agronomo e uomo d'affari membro del partito di centrodestra Azione popolare, che ieri ha giurato come nuovo presidente.
Vizcarra è stato rimosso per 'incapacità morale' a seguito dell'accusa di aver accettato tangenti del valore di circa 600mila euro quando era governatore della regione di Moquegua nel 2014. L'ormai ex presidente in un discorso davanti al palazzo presidenziale ha respinto tutte le accuse come «infondate» e «false», ma ha anche dichiarato di non voler contestare la decisione del parlamento.
Un voto per l'impeachment al fine di rimuovere Vizcarra era già andato in scena lo scorso 18 settembre, ma in quell'occasione i voti a favore furono solo 32.
L'instabilità politica in Perù sta diventando una costante, lo stesso Vizcarra era diventato presidente nel 2018 sostituendo Pedro Pablo Kuczynski, un ex banchiere di Wall Street costretto a dimettersi sotto la pressione di un imminente impeachment per accuse di corruzione.
Il voto del parlamento non ha trovato un largo consenso fra i cittadini peruviani. Vizcarra era molto attivo in campagne anti corruzione. Alcune testate riportano che nella notte fra lunedì e martedì manifestanti armati di mestoli e pentole si sono riversati nelle strade intorno al palazzo del Congresso scontrandosi con le forze dell'ordine. Alcuni cartelli accusavano il parlamento di aver messo in atto un colpo di stato.
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