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Il Treno Maya scuote il Messico

di Francesco Cecchini

Mobilitazione zapatista contro il progetto del Treno Maya

Un'opera che collegherà i siti archeologici maya, i resort e i centri turistici del Messico sud-orientale, per oltre 1.500 chilometri. Questo è il Treno Maya, fortemente voluto dal presidente López Obrador, con l'ok dell'agenzia di rating Moody's. Contro il progetto si sono schierati i popoli originari, le associazioni ambientaliste e l'Ezln: «Saccheggio che devasterà l'ambiente a fini commerciali». Ma un parere falsificato dal governo e i rischi per la salute in piena pandemia hanno fermato i lavori del primo tratto


Non è un buon momento per il Messico, tra vecchi e nuovi problemi.

Ai narcocrimini e agli assassinii di donne e giornalisti, infatti, si sono aggiunti il Covid-19, che ha finora provocato oltre 200mila contagi e 25mila morti, e un terremoto di magnitudo 7.5 Richter, che ha fatto tremare il sud del Paese, con diverse vittime.

Senza contare la crisi economica che morde il popolo messicano.


Eppure una buona notizia c'è. La costruzione del primo tratto del Treno Maya, una mega opera ferroviaria che attraverserebbe il Golfo del Messico, è stata sospesa, come chiedevano le comunità indigene. I lavori per il primo tratto dell'opera, infatti, durante la pandemia, avrebbero «messo a rischio la salute dei residenti» di Palenque, Salto de Agua e Ocosingo (in Chiapas), come ha spiegato la giudice Lucía Anaya Ruiz lunedì scorso.


Una vittoria solo parziale, che però ridà speranza a nativi e ambientalisti, da tempo contrari al progetto che il governo di Andrés Manuel López Obrador (AMLO) considera invece cruciale, tanto che è stato uno dei punti centrali della sua campagna elettorale per la presidenza del Messico nel 2018.


Il progetto


Per il presidente López Obrador l'opera è «molto importante» perché «collegherà luoghi di una delle regioni culturalmente più importanti del mondo».

Si tratta di un circuito ferroviario per connettere i siti archeologici maya, i resort e centri turistici in cinque Stati del Messico sud-orientale.

Un'arteria di oltre 1.500 chilometri che collegherà la zona archeologica di Palenque alla città di Cancún, nello stato di Quintana Roo.

Oltre alle rovine maya di Chichén Itzá (Yucatán), Calakmul (Campeche) e Tulum (Quintana Roo), il treno toccherà luoghi turistici come Campeche, Mérida, Izamal e Valladolid.


Per l'intero progetto, su cui l'agenzia di rating Moody's si è recentemente espressa in senso favorevole, si stimano investimenti previsti tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari.

Secondo il presidente AMLO, i lavori dureranno quattro anni.

Mappa del treno Maya tratta da The Conversation

Una ventina le stazioni previste dal percorso, che attraverserà la foresta Maya, parte della più grande e continua foresta umida tropicale in Mesoamerica, il cui contributo alla stabilità del clima è fondamentale.

Nello Yucatán, nella zona meridionale del Messico, il treno attraverserà riserve della biosfera già minacciate da piantagioni industriali di palma da olio e soia, incendi forestali, deforestazione illegale e traffico illegale di specie animali e vegetali.


L'opposizione di zapatisti e nativi


Sotto la presidenza di AMLO, il progetto è avanzato e la resistenza delle popolazioni originarie del Chiapas e dello Yucatán è aumentata.

A San Francisco de Campeche alcune famiglie verranno sfrattate dalle terre comunitarie coltivate.


In Messico, nel pieno dell'emergenza sanitaria da Covid-19, il 76% della popolazione vive in condizioni di povertà e la sanità pubblica è carente.

Anche l'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) ha espresso la sua contrarietà alla costruzione del Treno Maya, così come si è espresso contro il progetto di militarizzare la Guardia Nazionale.


Questi sono i principali motivi per i quali nativi e zapatisti si oppongono al treno Maya.

«1. È un ecocidio: devasterebbe l'ambiente del sud-est del Messico.

2. È un etnocidio: interromperà e influenzerà le relazioni tra le comunità indigene.

3. È un progetto imposto. Le consultazioni dello Stato messicano con le popolazioni sono state truccate, parziali e di parte.

4. È un saccheggio regolamentato per attuare la commercializzazione del patrimonio culturale e naturale.

5. È un attacco alla sovranità nazionale messicana perché andrà a beneficio dei capitalisti stranieri.

6. Favorisce la corruzione del governo, il saccheggio a beneficio dei grandi capitalisti e la violenza del crimine organizzato, come hanno già dimostrato altri megaprogetti.

7. Il lavoro mobiliterà migliaia di lavoratori nonostante le necessarie misure sanitarie nell'attuale crisi COVID-19».


Un parere falsificato dal governo: la partita giudiziaria


Lo scorso 7 maggio - e qui si spiega il significato di «consultazioni truccate» - la giudice del Chiapas Lucía Anaya Ruiz Esparza ha temporaneamente sospeso la costruzione del tratto che va da Palenque a Valladolid per irregolarità nelle consultazioni preliminari.

A metà dicembre, infatti, il governo messicano aveva sottoposto il progetto del Tren Maya al vaglio delle comunità indigene locali, interessate dal passaggio del treno sui loro territori. Il loro parere negativo, però, era stato falsificato, spacciandolo come favorevole.


Eppure Il 26 maggio il tribunale amministrativo collegiale con sede a Tuxtla Gutiérrez ha revocato la sospensione provvisoria, concessa per la contingenza del Covid-19: l'esecuzione dell'opera, infatti, avrebbe potuto mettere a rischio la salute dei residenti. Secondo i magistrati di Tuxtla Gutiérrez, per la comunità maya ch'ol il rischio sarebbe «futuro e incerto».


Lunedì 22 giugno, invece, la sospensione definitiva, che impone alle autorità federali di interrompere i lavori. Secondo la giudice Anaya Ruiz Esparza, infatti, i lavori necessitano di «varie attività che devono essere svolte da un folto gruppo di persone».

Il Fondo nazionale per la promozione del turismo (Fonatur), dopo un'iniziale inadempienza documentale, assicura che la sospensione sarà limitata al periodo di emergenza da coronavirus, ma intende comunque dare battaglia: contesterà la decisione giudiziaria, contando sul fatto che la Corte superiore ha classificato il Treno Maya come opera d'interesse pubblico e sociale.


Il banderazo di AMLO

Il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador

Prima della sospensione definitiva del primo tratto, AMLO aveva iniziato un tour nel sud-est del Messico, per dare il via alla costruzione della mega opera, ricevendo le contestazioni di ong, comunità indigene e accademici, che criticavano la visita nel bel mezzo della pandemia.

López Obrador, però, è forte dell'appoggio di due agenzie dell'Onu (Un-Habitat e Unops): un sostegno che al Tesoro messicano costerà più di otto milioni di dollari in servizi tecnici.


Acqua, foreste, energia: ambientalisti «traditi»


Oltre 150 organizzazioni ambientaliste, inclusa Greenpeace, mettono in guardia sui rischi ambientali dell'opera, oltre che sulle violazioni dei diritti dei popoli originari.

Perdita di vegetazione e di produttività del suolo, secondo un rapporto tecnico realizzato dalla Camera dei deputati a settembre 2019.

Alle tesi di AMLO, secondo cui il treno porterà ricchezza per le popolazioni indigene, grazie alle migliaia di visitatori dei siti archeologici, si contrappone la visione di nativi e ambientalisti, preoccupati perché il maggior afflusso porterà sovraccarico di approvigionamento idrico, deforestazione e inquinamento.


Particolarmente vulnerabile è la selva di Calakmul, un ecosistema con alta biodiversità, che insieme a due riserve adiacenti, in Messico e Guatemala, costituisce la seconda più grande foresta pluviale nell'emisfero occidentale dopo l'Amazzonia.

«Nelle foreste tropicali è di grande importanza la filtrazione dell'acqua, una risorsa da cui tutti dipendiamo come società. Se questa foresta tropicale sparisce condanniamo all'estinzione specie fondamentali in Messico», commenta Maria Andrade, direttrice di ProNatura Yucatán.

Il Treno Maya, in realtà, è solo l'ultima occasione di scontro tra López Obrador e gli ambientalisti: dai tagli all'agenzia di protezione ambientale e ai gruppi ambientalisti nella società civile, fino agli investimenti raddoppiati in Pemex (Petróleos Mexicanos), azienda petrolifera pubblica.


Il governo ha anche annullato le gare d'appalto per progetti di energia pulita nel settore dell'energia solare ed eolica, che secondo gli esperti metteranno in difficoltà il Messico in riferimento agli Accordi climatici di Parigi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

«È chiaro che questo tipo (AMLO, ndr) non si preoccupa dell'ambiente», è il commento di Gustavo Alanis-Ortega, direttore del Centro messicano per i diritti ambientali.

Adrián Fernández Bremauntz, fondatore e direttore esecutivo della Mexico Nonprofit Climate Initiative, ha dichiarato di sentirsi «totalmente tradito».


Il giaguaro, simbolo Maya del potere, e le altre specie a rischio


Il Treno Maya interesserà 23 aree protette e metterà in pericolo di estinzione almeno 18 specie. Secondo uno studio di Conacyt (Consejo Nacional de Ciencia y Tecnologia), il mega-progetto avrà un forte impatto sull'habitat tropicale del Messico sud-orientale.

Le aree in cui sarà costruito il Treno Maya sono habitat indispensabili per la sopravvivenza di specie minacciate e in via di estinzione come il pecari dalle labbra bianche, la cui area di distribuzione è già diminuita di oltre l'80%, o come il tapiro che è gravemente minacciato dalla frammentazione delle foreste tropicali.

Queste due specie sono una parte fondamentale delle catene alimentari e sono i principali dispersori di semi che consentono la conservazione delle foreste.


Inoltre a rischio di scomparire vi sono migliaia di giaguari, che nella cultura maya erano il simbolo del potere. Solo nella penisola dello Yucatán (seconda solo all'Amazzonia per presenza di giaguari) e nelle riserve di Calakmul e di Sian Ka'an ci sono più di duemila giaguari, la metà del totale del Messico.

López Obrador ha vinto sul Treno Maya alcune battaglie, come quella mediatica del banderazo, ma non la guerra, che è ancora aperta.

Ezln, popoli originari e ambientalisti possono vincerla. I giaguari dello Yucatán ci contano.

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