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Colombia, truppe Usa al confine col Venezuela «con la scusa dei narcos»

di Francesco Cecchini


Lo hanno annunciato l'ambasciata degli Stati Uniti in Colombia e il ministero della Difesa di Bogotà: arrivano i militari a stelle e strisce, ufficialmente per aiutare le forze locali a contrastare il narcotraffico. Ma in molti, in Colombia, attaccano la scelta del presidente Duque, allineato a Washington: «Violate la Costituzione e la sovranità, a rischio le risorse naturali del Paese». L'esperienza del Plan Colombia, per contrastare i narcos e reprimere i ribelli, non fa ben sperare. E i soldati Usa al confine con il Venezuela rischiano di far salire ulteriormente la tensione con Caracas


Un comunicato congiunto dell'ambasciata degli Stati Uniti in Colombia e del ministero della Difesa di Bogotà ha informato che a giugno arriveranno in Colombia militari nordamericani e vi rimarranno per quattro mesi. I soldati a stelle e strisce, il cui arrivo è imminente, saranno circa 800, di cui 50 come primo contingente.

Lo scopo, ufficialmente, è di fornire assistenza nella lotta contro il traffico di droga.


A richiedere la missione militare americana è stato il presidente della Colombia Iván Duque, seguendo i dettami del suo capo politico, Álvaro Uribe Vélez.

Ma la decisione ha scatenato le polemiche delle opposizioni, che lo accusano di aver violato la Costituzione e di non aver rispettato la sovranità nazionale, «mandando, ancora una volta, in frantumi la democrazia».

La permanenza di truppe straniere nel territorio colombiano, infatti, richiede l’autorizzazione del Senato e del Consiglio di Stato, cosa che Iván Duque si è ben guardato dal richiedere.


La missione e l'esperienza del Plan Colombia: gli interessi dietro il presidio dei parchi


I militari degli Stati Uniti si stabiliranno nelle seguenti aree: Basso Cauca, Córdoba meridionale, Catatumbo, Arauca, Pacifico Nariño e parchi naturali nazionali di Chiribiquete, Sierra de La Macarena, Catatumbo Barí, Nudo di Paramillo e Sanquianga.

La presenza di questi militari nei parchi naturali nazionali potrebbe essere dovuta a chiari interessi nella biodiversità, che sopravvive ancora in questi territori, da parte di multinazionali farmaceutiche, petrolifere e minerarie.


Durante il Plan Colombia - concepito nel 1999 per contrastare i cartelli della droga colombiani e i ribelli antigovernativi - i militari nordamericani hanno avuto accesso a informazioni di prima mano sulle risorse nascoste nel sottosuolo colombiano e, naturalmente, in superficie. Questo problema dovrebbe attirare l'attenzione di istituti ambientali e di ambientalisti nazionali, che hanno l'obbligo etico e politico di chiedere al governo di Iván Duque se i militari nordamericani e i civili, che sicuramente li accompagnano, studieranno e registreranno la biodiversità che esiste in quei parchi naturali.


Un altro rischio è nell'area di Catatumbo, dove vi sono otto municipi con ex combattenti, leader sociali e difensori dei diritti umani impegnati in programmi di sviluppo territoriali (Pdet, Programas de desarrollo con enfoque territorial). Se il governo di Duque e i sindaci delle zone non specificano la portata della presenza militare nordamericana in quella parte di Catatumbo, la dinamica dei programmi territoriali potrebbe essere influenzata dalle azioni militari messe in atto dalla brigata Sfab (Security Force Assistance Brigade).


Le reazioni


Molte sono le proteste per questa decisione di Iván Duque che vedrà la presenza di militari nordamericani in Colombia.

Il partito Farc (Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune) ha qualificato l'iniziativa come «altamente inquietante».

Il senatore Iván Cepeda, del Polo Democrático Alternativo, ha dichiarato in merito: «Se il governo volesse combattere il traffico di droga e contrastare gli omicidi sistematici di leader sociali, eliminerebbe dall'esercito gli ufficiali corrotti dell'operazione Bastón (un mega scandalo che coinvolge l'esercito colombiano, scoppiato dopo la richiesta della Colombia di aderire alla Nato, ndr). Invece preferisce promuovere l'intervento aperto dell'esercito americano».

L'obiettivo provocatorio è stato anche denunciato dalla Federazione colombiana dei lavoratori dell'istruzione (Fecode): «L'arrivo delle truppe statunitensi in Colombia è una chiara violazione della sovranità e della democrazia nazionale e la lotta contro il traffico di droga è una semplice scusa».

Almeno 50 membri del Congresso, di nove partiti politici diversi, hanno inviato una lettera al presidente Iván Duque Márquez lunedì scorso, chiedendo spiegazioni al governo di Bogotà per l'arrivo dei militari statunitensi in territorio colombiano.

Il Gruppo Puebla, di cui fa parte Ernesto Samper, ex presidente della Colombia, ha espresso «profonda preoccupazione» per l'annuncio fatto dall'ambasciata degli Stati Uniti in Colombia e dal Ministero della Difesa del Paese, il 27 maggio scorso.


Al confine con il Venezuela: il rischio di nuove tensioni


I membri della brigata statunitense si stabiliranno in varie aree di conflitto, tra cui alcune situate al confine tra Colombia e Venezuela (Norte de Santander e Arauca).

Questo accordo, oltre a essere illegale, poiché viola il requisito costituzionale della preventiva approvazione da parte del Senato della Repubblica di Colombia, rischia di contribuire a intensificare il conflitto tra i due governi, aumentando la tensione nelle loro aree di confine.

Lo scorso 3 maggio era partito proprio dalla Colombia il tentato assalto ai danni del Venezuela, fallito e paragonato alla Baia dei porci.

Considerando l'offensiva militare che il presidente Donald Trump ha annunciato contro il Venezuela, infatti, si intuisce il rischio che questa missione militare destabilizzi ulteriormente la sicurezza della regione.

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